LA STORIA
su PDF (QUI)

La ricostruzione delle vicende storiche di “Quei Luridi Scherani?” è affidata alle capacità mnemoniche dei protagonisti, invero ormai consunte dal tempo ma fortunatamente supportate da cumuli di documenti cartacei e audiovisivi.
Un primo riassunto storico è stato redatto nell’ anno 1981, poi aggiornato in forma sintetica fino a comprendere gli anni fino al 1995, in vista di un futuro “Libro degli Scherani” che potesse raccogliere tutto lo scibile sul gruppo musicale.
È sulla base di queste premesse che siamo in grado di raccontare quanto accadde nell’ultimo quarto di secolo XX, fino agli albori del nuovo millennio ed oltre.


Nel 1975 si divincolano a Reggio Emilia, tra coloro che frequentano il Liceo Classico, due differenti coacervi giovanili, destinati inesorabilmente ad incontrarsi: l’uno, composto da Mauro “Feroce” Ferretti, Andrea e Pietro Salvarani, sta dando anima e corpo alla “Massenzatico Jazz Band”, gruppo musicale formato insieme ai fratelli Paterlini (Piergiorgio, oggi noto scrittore, Alessandro e Mauro) e attivo in forma solo privata a Castelnovo Sotto già dal 1973; l’altra aggregazione, se così vogliamo chiamarla, si riconosce negli ideali scapigliati e paragoliardici dell’Unione Miscredenti Valdotain ruotando attorno alla figura già carismatica del pluribocciato Stefano Vincieri e dei suoi accoliti Fabrizio Dall’Aglio (ex compagno di classe) e Daniele Iori.
Nella primavera di quell’anno la MJB ha al suo attivo già una cinquantina di brani originali, molti registrati in modo artigianale e casalingo, di impostazione per lo più cabarettistica, anche nella componente surreale, con numerose incursioni nella canzone socio-politica. I primissimi brani attingono alla musica di canzoni più o meno note (Stormy Six, Gufi), poi la produzione prosegue, testi e musiche, nella completa autarchia.
Accade dunque, si tramanda nella primavera di quell’anno, che Stefano Vincieri (nel suo vasto curriculum studentesco era stato compagno di classe anche dei vari MF, AS e PS, nonché del più attempato dei Paterlini) si incontri con i tre reggiani della MJB. Durante questo primo incontro si gettano le basi per una futura collaborazione e si scambiano le rispettive esperienze: SV ha già alle spalle una certa notorietà quale cantautore e la stessa cosa potrebbe dirsi di FD e DI.
Tuttavia, iniziata l’aggregazione dei due gruppi dal settembre 1975, la prima fase di lavoro comune vedrà la rielaborazione di parte del repertorio della MJB.
Sarà con l’anno nuovo, precisamente l’11 gennaio, che la formazione uscirà allo scoperto pur priva di una qualsiasi denominazione sociale per esibirsi nella sala parrocchiale di S.Agostino in un recital di otto canzoni più interventi monocordi, quale spalla del gruppo “Il giardino”.
Data la natura clericale del luogo l’esibizione fu preceduta da un tentativo, peraltro del tutto vano, di pressione censoria da parte di un losco individuo al soldo del prete. Costui, a seguito di azione delatoria, era venuto a conoscenza della presenza di contenuti a suo dire non in sintonia con la presunta sacralità del luogo. Lo squallido episodio, che tuttavia diede ai protagonisti una certa misura della potenzialità dirompente della loro arte, rimase immortalato nella registrazione sonora dello spettacolo. Il pezzo incriminato, “Il demonio tra noi”, venne comunque eseguito per ultimo, quale ciliegina sulla torta.
Nei primi mesi del 1976 si unì al gruppo anche Alberto Boni, ex compagno di classe di DI, in qualità di percussionista.
Il 27 marzo il gruppo si esibì in un concerto a carattere privato davanti ad un pubblico di amici, a Broletto di Albinea.
Fu in questo periodo che vide la luce la cosiddetta “musica totale”, caratterizzata da momenti di creatività estemporanea collettiva, quasi sempre sotto la spinta propulsiva di SV quale duce/ voce narrante, con risultati spesso memorabili: ricordiamo “Pannella”, “L’opera truffa” (purtroppo andata perduta) e i pezzi, insuperati, raccolti nella celebre bobina nera, come “Gioacchino Murat”, “Zomby”, “La fabbrica della pasta” e “Assalto in Vaticano”.
I lusinghieri risultati ottenuti con la musica totale furono resi possibili, oltre che dall’affiatamento raggiunto (pur se va detto che MF non partecipò che molto raramente a queste riunioni) anche dall’utilizzo del famoso registratore di Marco Vecchi. Purtroppo all’inizio dell’estate si dovette inspiegabilmente restituire il registratore al legittimo proprietario, nonostante che l’uso protrattosi per diversi mesi avesse fatto invocare il diritto di usucapione del mezzo tecnico. Ma questo, a parte una breve parentesi nella primavera 1977, non tornò più in possesso del gruppo.
Nel settembre del 1976 il gruppo, con la denominazione di “Centro Musicale Via Tassoni”, cura il commento musicale alla Mostra per il Centenario delle Cooperative, sia con la ricerca di canzoni di lavoro e di lotta sia con musiche originali, alcune delle quali scaturite dalle sedute di musica totale.
Nell’autunno del 1976 si offre al gruppo la possibilità di un nuovo spettacolo con l’adesione all’iniziativa ”2 x 2 Proposte per un intervento di analisi musicale”, promossa dal Comune di Reggio, dalla Biblioteca di Rosta Nuova e dai circoli giovanili.
Si crea dunque l’esigenza di trovare un nome al gruppo e in novembre nasce ufficialmente “Quei Luridi Scherani?”; la paternità della scelta ed il significato (eventuale) restano avvolti nel mistero. Dopo alcune settimane di preparazione, con riunioni a cadenza regolare quasi sempre il mercoledì, il 9 gennaio 1977 si ebbe lo spettacolo al Centro Sociale di Via Compagnoni.
L’esibizione, che venne registrata da Radio Nebbia, si componeva di canzoni per la maggior parte tratte dal repertorio della MJB con qualche nuovo innesto frutto del lavoro collettivo dell’anno precedente, più alcuni degli ormai famosi monocordi. Tra i nuovi pezzi di matrice corale si ricordano “Introduzione a Quei Luridi Scherani?”, farneticante manifesto del gruppo, “Samba do Brasil” che riprendeva una musica di DI utilizzata per la mostra per le cooperative e “Sing song”.
Lo schema della formazione era piuttosto rigido: due cantanti principali (AS e MF), tre chitarristi (FD, DI solista e SV), un percussionista (AB) e PS voce secondaria nonché addetto agli strumenti vari, agli effetti speciali e soprattutto alla parte artistica di complemento (monocordi, intermezzi vari).
Grande importanza veniva attribuita agli strumenti musicali, specie quelli impropri e improbabili, alla presentazione dei quali veniva dedicato un apposito spazio, cosa ricorrente nei primi spettacoli.
A questo proposito si ricorda, proprio al Compagnoni, il sorprendente successo riscosso dallo strumento denominato “chiarechiare”, una sorta di contaminazione fiato – percussiva, composta da un flauto traverso al quale venivano applicate delle tenaglie, collegate al mignolo tramite uno spago, in grado di produrre un suono metallico aggiuntivo.
Sulla scia del successo il gruppo venne di lì a poco invitato da un operatore culturale, il compianto Giorgio Rizzo, a partecipare ad una trasmissione radiofonica presso Radio Popolare di Parma, nella quale vennero trasmessi e commentati alcuni brani dello spettacolo. La trasmissione, alla quale intervennero AS, PS, MF e AB, era curata da “alcuni ottusi stalinisti”, come riportano le testimonianze dell’epoca, e si risolse nella più totale incomprensione reciproca.
Nel marzo 1977 entrò nel gruppo il conte Mauro Chiesi, presto soprannominato Mauro il Giovane per distinguerlo da MF e per sottolineare la differenza d’età con il resto degli Scherani. E’ arduo riferire quale ruolo andò a coprire il nuovo venuto; di certo portò in dote una nuova chitarra, un basso e, clamorosamente, un sassofono nel quale si cimentò più di rado e più avanti nel tempo.
Il primo aprile 1977 la nuova formazione, completa di tutti gli otto elementi, si esibì al Circolo Jackson, in un angusto ambiente di Via S.Carlo oggi occupato da una boutique. Lo spettacolo ricalcava sostanzialmente quanto mostrato al Compagnoni, con un certo ripiegamento sulla produzione MJB e, per contro, una maggiore complessità e coralità dei monocordi (in particolare “I re magi”); la buona riuscita dell’esibizione, che fu parzialmente registrata dai fratelli Paterlini, derivò anche dalla intimità del locale e dalla vicinanza del pubblico.
Il lavoro nella sede di via Tassoni proseguiva in varie direzioni: rielaborazione dei nuovi pezzi derivanti dalla parallela attività della MJB, che continuerà fino al 1979; creazione di canzoni originali scaturite, seppure in misura ancora poco rilevante, dalla vena genuinamente scheraniana; preparazione di nuovi concerti a seguito delle richieste che cominciavano a pervenire in modo significativo; infine, attraverso la musica totale, momenti di puro divertimento che diedero buoni frutti senza tuttavia toccare le vette dell’anno precedente.
La produzione musicale restava quindi in larga parte ancora dipendente dalla MJB; anche quando le riunioni a Castelnovo Sotto videro un rallentamento a causa del servizio militare di uno dei Paterlini, la produttività restò appannaggio quasi esclusivo del binomio AS – PS e, in misura molto inferiore, di MF.
Con il concerto del 19 giugno 1977, alla Festa dell’Unità di Strada Alta – Rosta Nuova, QLS? si esibiscono per la prima volta all’aperto e, fatto non trascurabile, a (modestissimo) pagamento.
Qui si registra qualche timida novità, come “La ballata del laido individuo” su musica di SV.
Se un palco troppo alto rende meno immediato il rapporto con gli spettatori, il problema non si ripete invece nella successiva esibizione del 3 luglio al Parco Fola di Albinea per la Festa Provinciale dell’Unità, cui non interviene FD impossibilitato per improrogabili impegni edonistici.
Scorrendo la scaletta dello spettacolo si può notare, oltre alla solita messe di canzoni, una maggiore quantità e varietà degli interventi alternativi, i cosiddetti “intermezzi”: dal monocorde più puro (“Pont Saint Martin”), alla poesia dell’assurdo (“Grundelwald”), a pezzi più corali (“Il mi uomo l’è sspavaldu”) a quelli solo strumentali (“L’asino che vola”). Venne anche eseguita, fatto rarissimo, una canzone inedita (“Brutalon” di Romoli - Moramarco) non proveniente dall’area scheraniana.
Durante l’estate il gruppo venne contattato da un operatore discografico reggiano, rimasto colpito dall’ultima esibizione. Costui avanzò proposte per l’incisione di un disco, ma le sue parole rimasero nell’aria per varie ragioni: tra queste, le informazioni ricevute da Oddo Torelli circa la dubbia correttezza del personaggio nei confronti dell’amico cantautore Mauro Romoli in analoga precedente situazione.
Dopo le vacanze, la ripresa dell’attività vide l’abbandono di AB, insuperato percussionista del gruppo: gli impegni sempre maggiori profusi nell’allestimento di una radio privata (Radio Tupac) lo ghermirono inesorabilmente strappandolo ad una carriera che già si intravvedeva luminosa.
Vi fu un timido tentativo di sostituire AB prendendo contatto con un sedicente percussionista, tale Desmond King, di professione netturbino ed irlandese di origine, ma la cosa, che se non altro avrebbe aggiunto un tocco di “esotismo” al gruppo, rimase nell’aria.
Ma già affioravano alcuni sintomi di stanchezza e lo spettacolo del 9 dicembre presso il Circolo Pistelli evidenziò alcune nette divergenze all’interno del gruppo. Il programma ricalcò quello di Albinea, con qualche novità ma senza il necessario vigore.
La partecipazione alla trasmissione del 21 dicembre a Radio Venere, su invito del solito Rizzo (intervenne solo PS), rappresenta una sorta di canto del cigno per quanto riguarda questa prima fase della storia di QLS?. Troppi erano i problemi in seno al gruppo: divergenze nella conduzione dello spettacolo, ruoli troppo rigidi, mancanza di coralità, forse alcune incompatibilità personali portarono all’inevitabile scioglimento del gruppo nel gennaio del 1978, nonostante svariate richieste di nuove esibizioni.
Iniziava così un periodo di necessaria pausa e ripensamento, denominato la “cattività settantottesca”. Ma come la fenice rinasce dalle proprie ceneri, già alla fine dell’anno ci si ritrovava per le prime riunioni di musica totale.
Si riprendono in considerazione proposte di nuovi concerti, anche se, significativamente, nella fase rivolta alla preparazione ed esecuzione dei concerti, SV non partecipa.
In primavera QLS? si esibiscono al Lato B di Felina (19 aprile) per l’organizzazione del circolo culturale Cento Fiori. Lo spettacolo, pur ripetendo gli schemi precedenti, con almeno 2/3 delle canzoni di provenienza MJB, presenta per la prima volta un pezzo totalmente composto da DI (“Ninna nanna”) e attinge copiosamente alla produzione di musica totale per ciò che riguarda gli intermezzi. Altra piacevole novità è l’estemporanea partecipazione di Tristano Simonini, che per buona parte della durata del concerto resterà sul palco quale surreale ed avulsa presenza, consumando una frugale cena a base di pane e salame in un tavolino riservato.
Il 26 maggio 1979 il programma si ripete, con poche varianti ed in tono minore, al Campo Tocci di Reggio Emilia. Di questa esperienza si ricorda la sassaiola di cui il gruppo fu fatto segno da parte di alcuni soggetti minorenni appostati sul muro storico posto dietro al palco, e la reazione scandalizzata di una conoscente leggermente bigotta all’ascolto del brano “Cacca blues” (“...la cacca che voi fate è dono del Signore, fatene fatene a tutte l’ore, la cacca che voi fate è dono di Gesù, fatene fatene sempre di più...”).
Il successivo concerto del 30 ottobre, eseguito al Teatro Cinque del Buco del Signore senza la partecipazione di MF, vede un significativo potenziamento dei pezzi composti da DI (ben 4, presagio della futura evoluzione) e viene ricordato per l’esplosivo intervento dell’assessore provinciale Oddo Torelli (coautore, tra l’altro, del testo di “Sono omeopatico”) in qualità di Bestial Man.
Il giorno dopo al Circolo Jackson, in un’esibizione dal programma ridotto quantitativamente, il gruppo propone una scaletta maggiormente imperniata sull’ultima produzione, lasciando l’eredità della MJB a solo un terzo dei pezzi; inoltre viene presentato, fuori programma, un brano di antichissima estrazione UMV (“Sei bèla”).
Qualcosa sta cambiando all’interno del gruppo. Quella rigidità lamentata negli anni passati sta incrinandosi: non è un caso che questa sia l’ultima partecipazione di MF, che subito dopo annuncia il suo abbandono, ufficialmente per motivi di lavoro.
Del resto anche l’esperienza pluriennale della MJB si è esaurita, lasciando comunque in eredità il considerevole patrimonio di tante canzoni tra cui, ultimo parto di quel settembre, “Piccolo viet”.
Si apre dunque, tra l’autunno - inverno 1979 e la primavera 1980, un nuovo periodo caratterizzato da un grande risveglio della creatività e della produttività, che vede il rientro a tutti gli effetti di SV.
Nel frattempo (in data imprecisata) il gruppo si è dotato di un mezzo tecnico atto all’amplificazione ed alla registrazione, il cosiddetto “manufatto”, che accompagnerà l’attività di QLS? negli anni a venire.
Occorrono alcuni mesi per elaborare la svolta che, per il momento, vede l’estensione della produttività al solo DI, con nuove creazioni che segnano questo periodo e trascinano nella novità anche gli altri autori tradizionalmente più attivi.


La formazione si stabilizza nell’assetto definitivo a 6 elementi (in ordine alfabetico):
AS : canto, cori, armonica, basso, effetti sonori, percussioni
DI : chitarra acustica, chitarra elettrica, basso, percussioni, tastiere, arrangiamenti
FD : canto, cori, chitarra acustica, fiati
MC : canto, cori, chitarra acustica, chitarra elettrica, basso, sassofono
PS : canto, cori, chitarra acustica, fiati, percussioni, effetti sonori
SV : canto, cori, chitarra acustica, percussioni, fiati, effetti sonori


A parte DI, l’unico ad avere studiato musica in modo serio e quindi addetto al sostegno principale dell’impianto esecutivo di ogni pezzo, gli altri componenti ruoteranno continuamente tra i vari ruoli, a seconda della canzone e della tipologia di arrangiamento; questa caratteristica si accentuerà col passare degli anni e, oltre a creare una particolare sensazione di anarchia nei movimenti durante gli spettacoli, permetterà di far fronte ad impreviste defezioni di questo o quell’elemento.
L’occasione per esibirsi in pubblico viene colta il 31 maggio al Parco del Buco del Signore con lo spettacolo “Gente di fiumara”. Gli intermezzi vengono ridotti di numero a vantaggio delle canzoni: tra queste, più della metà sono di DI, una sola resta a rappresentare la matrice MJB.
Il 3 giugno, sull’onda del clamore suscitato, QLS? sono invitati a Radio Venere alla trasmissione “Giù col morale”: partecipano con la consueta verve dissacratoria MC, DI, AS e PS.
Tra giugno e luglio inizia una fase serrata, con ben 4 concerti: il 4 giugno a Bibbiano (senza FD), il 27 a Scandiano (in una piazza semideserta per l’inusuale rigidità climatica), il 29 al Parco Fola di Albinea e infine il 15 luglio a Vezzano (anche qui lancio di sassi e polemica con giovinastri locali). Le quattro esibizioni sono sostanzialmente omogenee ed in linea con quanto espresso al Buco del Signore: le scalette appaiono relativamente ridotte, con DI che fa ancora la parte del leone tra gli autori delle canzoni in programma.
Dopo la pausa estiva si mette a frutto una nuova fase di fertile creatività nello spettacolo del 26 ottobre, quando QLS? tornano ad esibirsi al Buco del Signore nell’ambito della “Terza Rassegna Musica – Teatro – Cabaret” organizzata da Teatro Cinque.
Il titolo dello spettacolo è “Panizza” in onore del piccolo grande ciclista principe dei gregari. Gli Scherani presentano un programma più ricco rispetto agli ultimi concerti, caratterizzato da un’accentuata teatralizzazione dei momenti intermedi: si ricordano il pezzo di apertura “Rapsodia in blue”, con la pregnante presenza scenica di MC, e altri a partecipazione collettiva come “Deambulatio avec eiaculatio”. Significativa anche la presentazione di un componimento lirico di SV (“Il momento metafisico”), recitato dall’autore su accompagnamento musicale del gruppo. Tra le canzoni, spazio alle novità degli ultimi due anni con l’ingresso di SV e soprattutto FD nel novero degli autori. Solo due canzoni (su un totale di 15) rimangono a ricordare la MJB, ma una di queste, al debutto assoluto, ottiene un successo imprevisto: è “Melètole”, pezzo che racconta il cammino della mela nella storia dell’umanità, su musica tratta da “Guantanamera”. Risulterà il brano più volte eseguito nella storia di QLS?.
Si può senz’altro affermare che questo spettacolo rappresenti una svolta, per il maggiore coinvolgimento di tutti gli Scherani nell’ideazione e nell’esecuzione dei vari momenti, siano essi canzoni o intermezzi. Anche la flessibilità nella conduzione, fatta di continui cambiamenti nella gerarchia espressiva (non c’è più, o è molto meno riconoscibile, un solo principale cantante) e nell’uso degli strumenti musicali, rende l’insieme caoticamente disorientante ma piacevolmente funzionale ad un modo di esprimersi dissacrante ed autoironico. Tutto ciò, che al Buco del Signore fu reso più facile dal luogo particolarmente congeniale a questo tipo di rappresentazione, diventerà caratteristica inconfondibile di QLS?.
Lo spettacolo “Panizza” fu anche oggetto di un articolo, a firma di Alberto “Belpoliti” Guarnieri, che dalle pagine regionali de La Repubblica (26-27 ottobre 1980) annunciava il concerto ponendo soprattutto l’accento sulla possibile presenza sul palco dell’assessore provinciale Otto Dorelli (sic).
Il dettaglio fantasioso, se così lo vogliamo definire, non passò inosservato agli Scherani che nel concerto bacchettarono il Guarnieri segnandolo a dito al termine di “C’è in giro”, laddove il testo recita ”...e t’ voj dir nom e cognom, che mè gh’arvèss al lèber a lilò...”. In altre occasioni, la stessa canzone, l’unica in dialetto reggiano, se la prendeva simpaticamente con Roberto Jemmi di “Teatro Pingue”, antico compagno di scuola di FD.
Un riconoscimento tangibile per i risultati ottenuti arriverà comunque poco dopo. Sotto forma di artistica targa in metallo il premio “Giù col morale 1980” viene conferito a QLS? per gli spettacoli “Gente di fiumara” e “Panizza”. Il premio venne pubblicamente consegnato sul palco del Teatro Ariosto, dove il gruppo fu chiamato il 28 novembre 1980 ad esibirsi davanti ad una folla esagitata di giovinastri, accorsi per il successivo concerto degli Skiantos.
QLS?, pur nelle difficili condizioni ambientali rese problematiche anche da un impianto microfonico certamente approssimativo (costante di tutti gli spettacoli), ressero benissimo il confronto con il più noto gruppo bolognese, giocando a proprio vantaggio il rapporto con il pubblico indirizzandolo su binari di finta conflittualità: è rimasto memorabile il pezzo “Il silenzio” nel quale gli autori, dopo una breve prolusione introduttiva, rimasero del tutto immobili e silenziosi per due minuti scatenando la reazione degli spettatori, prima incredula poi clamorosamente entusiasta. Solo molti anni dopo QLS? si resero conto di avere, in modo del tutto inconsapevole, “citato” John Cage.
Nel dicembre inizia un’ interessante collaborazione con Luigi Maramotti, ex compagno di classe di DI e AB, per arrivare alla registrazione su nastro delle canzoni più rappresentative del gruppo.
I primi mesi del 1981 sono impegnati nella preparazione di un nuovo spettacolo, che si terrà il 4 marzo al Cinema Olimpia nell’ambito dell’iniziativa culturale “Il giro del mondo in 80 giorni – Anche i Reggiani viaggiano”. QLS? partecipano da par loro con un concerto per la prima volta imperniato su un tema preciso, intitolando la loro fatica “Piaggio, l’ultima spiaggia del viaggio”.
Scorrendo la scaletta del programma è lampante l’ironia caustica con cui viene affrontato il tema, ironia del resto già anticipata nel discorsetto introduttivo in cui QLS? teorizzano la loro avversità al viaggiare, dichiarando di avere accettato l’impegno solo in virtù della ridottissima distanza (meno di 100 metri) dell’Olimpia dalla sede storica di via Tassoni.
Il concerto, probabilmente uno dei più riusciti, condotto con l’ormai consueta cialtroneria anarchica, si ricorda anche per l’impiego di sussidi alternativi (diapositive) e per l’intervento a sorpresa di SV che, all’insaputa di tutti, pronunciò una sorta di proclama per l’UMV esibendosi in due sue canzoni inedite (“Sono nato anni fa” e “Noi siamo i figli dei padri ammalati”, quest’ultima tratta da una poesia di Emilio Praga).
Il successo è tale che Radio Venere trasmetterà brani dello spettacolo “Piaggio” nel corso della trasmissione “Giù col morale” condotta da Luca Ferrari.
Durante il concerto viene dato l’annuncio della nascita della Scherani Corporation, organizzazione che si propone di intervenire in tutti i campi dell’umana creatività. QLS? divengono quindi l’espressione in campo musicale della Corporation.
Poco prima dello spettacolo all’Olimpia, in data imprecisata, va anche ricordata l’esibizione realizzata in un locale di Baiso per amici e conoscenti. Di tale avvenimento non è purtroppo pervenuta traccia documentale, a parte una fotografia che ritrae alcuni Scherani in costume di scena (un classico pigiama rigato – si era sotto carnevale), ma si può ipotizzare che il programma avesse sostanziali analogie con “Piaggio”.
La primavera e l’estate del 1981 passano nell’inattività forzata, dati gli importanti impegni personali affrontati da alcuni Scherani.
In settembre riprende l’attività in vista dei prossimi spettacoli. Viene anche noleggiata una batteria e ci si avvale, gradito ma effimero ritorno, dell’apporto di AB che, pur partecipando ad alcune sedute di preparazione, non potrà essere presente agli appuntamenti con il pubblico.
Ciò si verificherà il 5 e il 6 dicembre, con due spettacoli di nuovo al Buco del Signore nell’ambito dell’annuale rassegna di Teatro – Cabaret organizzata da Teatro Cinque.
Le due esibizioni si svilupparono su programmi necessariamente omogenei. Del primo si ricordano la folgorante scena di apertura, con una crocifissione simulata durante la prima canzone, e la finta contesa tra le due diverse anime espressive, la corrente cabarettistica e quella dell’avanguardia, che si manifestò nei due intermezzi “Nata lì” e “Illuminazione precaria”.
Il secondo spettacolo, introdotto dal pezzo strumentale “Banda di paese”, portò il titolo di “Abiezione di coscienza” alludendo ad un passaggio significativo di una delle nuove canzoni (“Dio canta”). Un altro brano al debutto assoluto, destinato ad un posto sicuro nella memoria dei fans, fu “La ragazza della Confesercenti”.
Ormai il gruppo aveva raggiunto e consolidato una propria posizione originale all’interno di un mondo giovanile per lo più orientato verso orizzonti rockettari o punk. In questo quadro QLS? rappresentavano una voce assolutamente diversa e culturalmente più fondata.
In quel periodo di fermento artistico, il Comune di Reggio Emilia attivò il Coordinamento gruppi musicali giovanili Seltz, alle cui riunioni parteciparono tra dicembre 1981 e marzo 1982 anche membri di QLS?. L’Assessorato Gioventù e Sport del Comune mise in piedi il periodico quindicinale New Seltz – Rapsodico frizzante delle aggregazioni giovanili reggiane, a cui la Scherani Corporation collaborò con articoli ed interventi fino a tutto il 1984.
Nel febbraio dell’anno nuovo arrivano due importanti appuntamenti.
Il 26 si partecipa al Palasport di Reggio alla Festaincontro “Disimpegno impegno politico” condotta dal noto regista Nanni Loy. QLS? eseguono quattro loro pezzi più “Coccinella” (questa, in playback sulla versione originale di Ghigo, era stata già presentata in “Piaggio”) e si distinguono per un simpatico omaggio vocale al regista di origine sarda, denominato appunto “Om – aggius a Nanni Loy”. Il tutto viene ripreso dalle telecamere della RAI.
L’avvenimento verrà seguito da un momento conviviale al ristorante, dove SV seppe interloquire con il maestro Loy in modo indimenticabile.
Il 28 febbraio QLS? intervennero alla rassegna musicale dei gruppi giovanili organizzata al Teatro Ariosto dal Coordinamento Seltz.
In questa occasione si toccò una nuova vetta nel campo dell’originalità espressiva: infatti, a causa del poco tempo a disposizione per il previsto avvicendamento di tanti gruppi (in totale erano ben 22), si decise di eseguire in contemporanea tre canzoni diverse, a nuclei di due Scherani per canzone. Il risultato ottenuto fu all’altezza di ogni più rosea aspettativa. L’operazione artistica, senza precedenti nella storia della musica, non risulta sia mai stata emulata da chicchessia.
In marzo FD parte con destinazione Casale e poi Cividale per assolvere agli obblighi di leva.
La sua assenza costringe il gruppo, pressato da richieste dentro e fuori l’ambito provinciale, ad una ristrutturazione interna.
Ciò si risolve in una scelta più mirata dei pezzi da eseguire e soprattutto si manifesta nel potenziamento del ruolo di MC, che viene di fatto a sostituire FD nel canto rivelando espressività vocali fino ad allora poco coltivate.
Ecco dunque nel giugno 1982 tre nuovi confronti con il pubblico, in cui sperimentare il nuovo assetto.
Il 6 sono in Piazza Umberto I a Poviglio, per la locale Festa per la Pace, da cui il titolo “Pace Panzeri Pilat”. Qui, tanto per accentuare il senso di disorientamento del pubblico, i nostri si presentarono gaglioffamente come “Rrurrurrururru” in sostituzione di QLS? “impossibilitati ad intervenire”.
Il rapporto di gentile scherno verso gli spettatori era un’altra costante caratteristica negli spettacoli di QLS?, soliti a presentare i componenti del gruppo tutti con lo stesso fittizio nome di Gianfranco.
Il 9 giugno il programma si ripete, con poche varianti, alla Festa dell’Unità della sezione Catellani alla Canalina. Entrambi gli spettacoli vennero impostati puntando sul solido nucleo di canzoni ormai collaudate con qualche novità di rilievo, ad esempio “Dove vive il totano” per la quale venne adottato un inedito supporto vocale a quattro elementi alternati e consecutivi (altra novità mondiale?).
Alla Canalina si verificò un curioso episodio: alcuni aficionados anarchici, memori del successo al Teatro Ariosto, chiesero la replica del pezzo “Il silenzio”. Lusingati, QLS? non si sottrassero alla richiesta, ma il luogo assolutamente inadatto fece naufragare miseramente la cosa.
Il 30 giugno alla Festa dell’Unità al Casino dell’Orologio, in un’area all’aperto ora occupata da una strada a grande scorrimento, fu realizzato il terzo spettacolo, più ricco quantitativamente e qualitativamente rispetto ai precedenti, con una maggiore proposizione di nuovi pezzi originali, sia canzoni che intermezzi.
Quest’ultimo concerto, denominato “L’epopea del ciprinide parte I°” (l’eventuale sequel non fu mai realizzato) rimandava ad un idilliaco mondo naturale, cosa che veniva rimarcata in diversi pezzi: la new entry “Il ciprinide”, la stessa “Dove vive il totano” e tra gli intermezzi “Ungaretti – canoa”, con l’impiego sul palco di una vera canoa, e “Uccelli”.
Infine si ricorda con piacere l’intermezzo denominato “Defatigante”, consistente nell’abbandono del palco per improvvisare nel campo adiacente una partita di calcio, alla quale venne invano invitato anche il pubblico presente (restìo in quanto si mirava platealmente alle caviglie).
Prima della pausa estiva, una piacevole sorpresa: il 16 luglio RAI 2 manda in onda, nel corso della trasmissione televisiva “Essere di sinistra oggi”, la registrazione del brano “Piccolo viet” eseguito al Palasport il 26 febbraio.
In settembre riprende l’attività, rivolta non solo al campo musicale.
La Scherani Corporation interviene infatti in modo sempre più incisivo nell’ambiente culturale reggiano.


Tra le varie operazioni si registrano:
- novembre 1982: partecipazione alla Mostra di Mai–a–l art organizzata dal Comune di Reggio E. nel corso del ciclo di iniziative “I porci comodi”;
- dicembre 1982: intervento con materiale fotografico e allestimento della Mostra “Naturae”, promossa dalla Provincia di Reggio E., condotto prevalentemente da MC e PS durante il loro servizio civile;
- gennaio 1983: partecipazione al concorso indetto dalle Cantine Riunite di Reggio Emilia per trovare uno slogan pubblicitario sul lambrusco. Secondo premio con lo slogan: “Lambrusco Reggiano: e non hai bevuto invano”;
- febbraio 1983: la Scherani Corporation interviene anche nel campo sociale fornendo idee e prestazioni di carattere artigianale per l’iniziativa della FGCI reggiana contro la droga, con lo slogan coniato per l’occasione: “Stanga la zanza”.


Dal settembre 1982 a marzo dell’anno successivo, rifiutate alcune proposte di spettacoli, il gruppo musicale produce nel silenzio e attende il ritorno di FD.
In febbraio viene ripresa con più convinzione la collaborazione con Luigi Maramotti per effettuare registrazioni semi-professionali.
Qualcuno accenna timidamente all’idea di cominciare a prendere in considerazione l’ipotesi di pensare ad un’eventuale iscrizione alla SIAE.
D’altro canto, mentre le cose più fattibili non si fanno, per una velleitaria megalomania di fondo si riparla di produrre un film e si accetta, con il rientro del coscritto, la proposta per due concerti a scopo finanziamento film.
Il 29 giugno 1983, ad un anno esatto dall’ultima apparizione in pubblico, QLS? si esibiscono in formazione tipo alla Festa dell’Unità del Buco del Signore con lo spettacolo “Anche noi siamo capaci”, titolo da cui traspaiono forse le spinte velleitarie di cui sopra. La scaletta espone un programma ricco (ben 20 canzoni – record – e 6 intermezzi), con numerose novità assolute derivanti dall’apporto creativo di tutti i componenti, nessuno escluso. Tra queste, la più notevole è senz’altro “Putana” eseguita in puro stile “a cappella” con discreti risultati; ma ricordiamo anche “Canzone per Leonard Cohen”, originale brano con testo in francese maccheronico e traduzione simultanea. Una certa ironia verso il mondo della pubblicità si individua poi in “Pubblicità progresso” e negli intermezzi “Aiazzone” e “Mastro Lindo”.
L’antico retaggio della MJB è ormai limitato ad alcuni capisaldi, le inossidabili “Aspettando Johnny”, “Piccolo viet” e “Melètole”.
Lo stesso programma viene sostanzialmente riproposto, con poche lievi modifiche, il 2 luglio alla Festa dell’Unità di S.Prospero Strinati.
Passata l’estate, si accetta con entusiasmo la proposta di partecipare, unico gruppo reggiano, al Festival Nazionale dell’Unità in programma a Reggio. Per lo spettacolo, dal titolo “Romano Peli”, si sfoggiano originali magliette e si rispolvera la sigla iniziale “Banda di paese”. Nella scelta dei vari brani (5 di questi in playback su base pre-registrata) non si notano però novità di rilievo; l’unico strappo al “deja vu” è rappresentato, durante l’esecuzione del brano “Identificazione di Romano Peli”, dalla proiezione di diapositive concernenti l’oscura figura dell’intellettuale parmense.
Tra l’autunno e l’inverno 1983, messe da parte velleità di tipo cinematografico, si continuano a produrre registrazioni di discreto livello con Luigi Maramotti (in totale saranno 8 pezzi senza contare quelli della fase iniziale nel 1980-81). Mancano però come sempre le idee chiare e la necessaria mentalità per utilizzare nel modo migliore questo importante risultato.
Nel novembre si dà vita tuttavia ad una breve ed interessante parentesi: vengono prodotti 15 spots pubblicitari per Toschi Luce, trasmessi dalle radio locali per tutto il 1984. Purtroppo di essi non è rimasta traccia.
Si accetta comunque di realizzare un altro spettacolo, il 23 dicembre a Calerno per la locale Festa per la Pace, quale gruppo di spalla dei Nomadi. Stranamente però l’esibizione di QLS? è prevista dopo i più famosi “colleghi”.
La scaletta del concerto, stavolta intitolato “Al Pacino”, curiosamente non presentò alcun intermezzo oltre alle canzoni, tra le quali debuttarono “Zampirone” e “L’amico G.B.”, quest’ultima ripescaggio di un antico brano di SV dell’epoca UMV pre-scheraniana.
Ma il risultato complessivo non fu entusiasmante, determinato anche dall’ambiente poco felice e soprattutto dal fatto che il pubblico abbandonò in gran parte la sala dopo che i Nomadi ebbero concluso la loro parte: rimasero quindi pochi intimi in un luogo rarefatto e freddo.
Tra gli inizi del 1984 e la primavera di quell’anno comincia a farsi strada un certo scoramento in seno al gruppo, anche a causa delle ultime due performances obiettivamente sotto tono.
Questa situazione psicologica, unita anche alle precarie condizioni di salute di SV, fanno sfumare alcuni possibili spettacoli. Inoltre gli accresciuti impegni di molti Scherani rendono più ardue le possibilità di riunirsi.
Dal mese di maggio si assiste però ad un certo risveglio di interesse con l’acquisto di alcuni strumenti elettrici che permettono nuovi arrangiamenti e lo sviluppo di nuove idee in vista del prossimo spettacolo “Voglia di teneretza e/o katzi acidi”, previsto per il 9 giugno nell’ambito della Festa dell’Unità del Centro Storico.
L’improvvisa sospensione della manifestazione, a seguito della morte di Enrico Berlinguer, costringe QLS? a rimandare l’esibizione ad altra occasione, permettendo loro di affinare la preparazione ed apportare qualche variazione al programma.
L’occasione si ripresenta il 6 luglio – manco a dirlo – al Buco del Signore, per la Festa dell’Unità. Lo spettacolo inizia con l’esibizione di MC in “Botzolo” e, a seguire, la consueta sequela di brani musicali cantati, vecchi e nuovi, alternati a intermezzi nei quali si ricerca, per la prima volta, la partecipazione diretta del pubblico coinvolgendolo in un clima di surreale straniamento. È il caso, ad esempio, di “Concorso Catzonissima” che consiste nella gara, con tranello e successiva premiazione, tra due spettatori su quiz a tema para – musicale, e di “Fucilazione del cardiopatico” in cui un malcapitato spettatore, presunto cardiopatico, viene sottoposto ad una fucilazione simulata.
Il felice risultato del concerto – pare proprio che la località porti bene – venne immortalato nella prima registrazione audiovisiva.
Ma si trattava ormai, al trentesimo concerto nella loro storia, del canto del cigno di QLS?. Nel periodo successivo all’estate l’attività continua tra difficoltà crescenti, tra malattie ed impegni di lavoro. Uno spettacolo al Teatro del Casino dell’Orologio, previsto per la fine di ottobre, dal probabile titolo “La poca lisse”, viene annullato a causa di divergenze interne.
Nonostante le avversità il 6 dicembre 1984 si realizza un concerto per la Festa delle Farmacie Comunali Riunite al Corallo Danze di Scandiano. Lo spettacolo venne accettato forse temerariamente data l’anomalia del pubblico in questione – una plètora di farmacisti e addetti ai lavori – certo lontano per mentalità a recepire l’acutezza del messaggio artistico scheraniano. Sta di fatto che, malgrado gli sforzi per adattare il programma alla bisogna, con diversi e variegati appigli al mondo farmaceutico – sanitario specie negli intermezzi, tutto si risolse in un mezzo fiasco tra la freddezza degli spettatori.
Gli strascichi non si fecero attendere: nella riunione del 18 gennaio 1985 si decise collegialmente di annullare il previsto spettacolo di marzo all’Orologio (titolo probabile “Cal dòni”) e, viste le difficoltà permanenti, di soprassedere alle esibizioni in pubblico.
Il resto di quell’anno passò nella completa inattività del gruppo.
Si dovette attendere un anno intero quando, agli inizi del 1986, ripresero timidamente le riunioni in via Tassoni.
Il risveglio dell’attività porta ad accettare una proposta che si concretizza nello spettacolo del 26 luglio 1986 al Parco Cervi (ex Campo Tocci), dal titolo emblematico “Voltiamo p(v)àgina”.
L’auspicata svolta richiamata nel titolo si evidenzia in un tentativo, spesso solo abbozzato, di ricercare nuovi metodi espressivi. Esemplare in questo senso il massiccio uso del “video”, con proiezioni di filmati durante il programma. Queste volontà innovative non sembrano supportate da un’adeguata componente musicale, che pure si avvale di alcuni nuovi pezzi composti negli ultimi due anni. Inoltre una certa confusione velleitaria circa i modi espressivi e le immancabili divergenze interne fanno sì che lo spettacolo resti un momento isolato e tutto torni al silenzio.
Solo nella primavera del 1987 riprenderanno le riunioni musicali, ma per una breve stagione.
Il 25 maggio si assiste infatti al trasferimento di tutti gli strumenti e delle varie apparecchiature (in totale 128 pezzi come da inventario appositamente redatto) da via Tassoni a via Zatti.
L’indisponibilità della sede storica crea un ulteriore ostacolo all’attività, che rimane sospesa fino a tutto il 1988.
Durante quell’anno, dalla primavera fino a dicembre, la Scherani Corporation (sezione Marketing) compensa l’inerzia della sezione musicale esprimendo una delle più alte vette di creatività nell’elaborazione della pubblicità per Canei Arredamenti, pubblicata su Reporter.
Il 12 gennaio 1989 avviene il ritorno nella sede di via Tassoni e la ripresa, anche se in modo intermittente, delle riunioni musicali.
Il risveglio degli interessi comuni si accompagna, durante tutto il 1989, ad una certa vivacità produttiva. Nulla di straordinario rispetto agli anni d’oro del passato, ma ciò basta per indurre QLS? a cedere alle lusinghe degli aficionados ed accettare così la proposta per una serie di tre spettacoli da tenersi nell’aprile 1990 al Be Bop di Reggio Emilia, storico locale jazz di quegli anni, oggi trasformato in sede di culto religioso.
La trilogia si compone quindi di tre appuntamenti così strutturati: il 3 aprile col titolo “Quei”, il 10 aprile con “Luridi” e il 24 aprile con “Scherani”. Le rappresentazioni sono condotte in formazione incompleta, senza FD e l’ultima anche senza AS. Pur ottenendo, specie la seconda, un discreto successo, si mantengono nella sostanza molto simili agli spettacoli precedenti il 1986.
Si tratta in conclusione quasi di operazioni revival, nelle quali tuttavia si riconosce ancora la verve dei bei tempi, con qualche novità ma sempre mantenuta nel binario sicuro della tradizione scheraniana. Ricordiamo comunque, nel primo concerto, la partecipazione straordinaria di MF quale sedicente Mauro Mauri, nei panni di uno stucchevole presentatore e il ricorso, comune a tutte e tre le prove, alla rivisitazione in chiave più o meno libera di canzoni famose (“Il mare”, “Volare ‘89”, “Lili Marlene”) o addirittura in forma di vera e propria cover (“Eri piccola”).
Non mancano i tentativi di coinvolgere gli spettatori. In “Quei”, lo spettacolo è imperniato sulla duplice tematica filosofica “Ventre molle” e “Zoccolo duro”; il pubblico, attraverso apposite schede, è invitato a pronunciarsi sulla preferenza di questa o quella tendenza. Anche “Scherani” viene presentato come “Serata didattica” ovvero “Della educazione morale e/o sentimentale”, con distribuzione di schede al pubblico.
Ma ormai il tempo è passato.
I tempi sono cambiati e continuano a modificarsi velocemente.
Gli stessi Scherani hanno abbondantemente superato la trentina e tutti, chi più chi meno, tengono famiglia con annessi e connessi. FD ha abbandonato da tempo la terra emiliana trasferendosi per lavoro oltre appennino.
Le riunioni musicali vengono sospese nell’autunno. L’ inerzia permarrà per tutto il 1991 e la prima metà del 1992, quando in luglio si riprende l’attività nella sede di via Zatti, a seguito della clamorosa quanto inattesa acquisizione da parte di DI di un registratore a 4 piste e successivamente di una tastiera polifunzionale.
Il lavoro del gruppo procede con buona continuità e, a tratti, con entusiasmo degno dei tempi migliori per tutto l’autunno e l’inverno arrestandosi nella primavera successiva, lasciando il passo all’attività defatigante del venerdì pomeriggio.
Si dà corpo alla rielaborazione con nuovi arrangiamenti di pezzi più o meno datati, talvolta di produzione esterna (Piero Ciampi, Mina, Roberto Carlos). Ci si avvale quasi sempre dell’opera preventiva di DI, il quale imposta la base musicale e ritmica per poi sottoporla alla successiva rifinitura del canto e degli eventuali effetti speciali.
Sull’onda di queste importanti novità si assiste ad un tiepido ma significativo risveglio della produzione originale, spesso nata durante le sessioni collegiali che proseguono per tutto il 1993 e il 1994.
Nel febbraio di quell’anno un inatteso sussulto di pragmatismo produce la realizzazione di una cassetta con 6 canzoni. L’obiettivo di farla pervenire a Enzo Jannacci non è tuttavia raggiunto. Nel maggio 1994, a coronamento del lavoro degli ultimi due anni, viene prodotto il cosiddetto “Lon plein doppio degli Scherani”, cassetta C90 contenente 25 pezzi, di cui 21 canzoni originali di QLS? (una di queste in due diverse versioni), 2 cover e un pezzo di musica totale.
Agli inizi del 1995 un’ insperata ed improvvisa impennata produttiva, frutto benefico della rinnovata vena degli autori (soprattutto FD, con nuovi testi musicati poi da DI, e PS), arricchisce il repertorio di nuove canzoni. Inoltre la strumentazione tecnica viene incrementata con l’acquisto di nuovi microfoni semiprofessionali.
Nonostante tali premesse positive l’attività durante il 1995 non fa registrare altri progressi significativi, anche a causa degli accresciuti impegni famigliari. Infatti l’enfasi produttiva coinvolge anche la sfera demografica aumentando di ben tre nuovi esemplari il patrimonio ereditario scheraniano.
Dopo mesi di inerzia, verso novembre 1995 si manifesta un certo interesse per la ripresa delle riunioni, anche sull’onda di una ventilata quanto nebulosa possibilità di produrre un cd con la collaborazione di bande musicali esterne, vecchio pallino da quando si sono definitivamente accantonate le velleità di esibizioni pubbliche.
In una sorta di indagine interna al gruppo, finalizzata ad individuare i pezzi più indicati per fare parte del cd, “Giuliano l’apostata” viene incoronata quale canzone più riuscita.
Riguardo al cd, l’impegno fu intenso, almeno per un certo periodo. Restano agli atti, oltre alle liste di canzoni papabili, anche un preventivo di spesa e addirittura il bozzetto grafico per la copertina: campeggiava un volto umano “puzzle”, assemblato con i tratti somatici salienti di ciascuno Scherano. Anche il titolo “Anfàma Stèpida” rappresentava una sintesi di tutti i sei nomi.
A parte questo obiettivo, ovviamente destinato al nulla di fatto, dagli inizi del 1996 fino alla primavera del 1998 si susseguono, a ritmo molto saltuario compatibilmente con gli impegni di tutti, le riunioni in via Zatti che continueranno a produrre buoni risultati. Si verificherà una nuova “buttata” creativa nei primi mesi del 1997 per poi rallentare, fino all’ultima canzone nel marzo 1998 dall’emblematico titolo “A noi ci ha rovinato la cultura”.
Da quel momento tutto si ferma. Si può recitare il de profundis per QLS? anche per ciò che riguarda la produttività, che si arresta irrimediabilmente.
Ultimo postumo sussulto, dopo un 1999 di totale silenzio, resta il tentativo nel 2000 di rinverdire la collaborazione con Luigi Maramotti: alcune sedute di lavoro, in cui si rielaborano alcuni degli ultimi pezzi con l’impiego di appositi software, rimangono senza alcun esito concreto a causa della perdita dei dati informatici.
Il nuovo millennio inizia e trascorre nell’oblio più totale, almeno per il primo quinquennio, se si eccettua la citazione, invero inattesa, che Michele Moramarco fa di Quei Luridi Scherani (senza l'interrogativo finale) nel suo libro “I Mitici Gufi”, pubblicato nel settembre 2001. L'accostamento, seppure indiretto e marginale, ai grandi maestri (almeno per alcuni scherani) non può che fare piacere.
Nel 2007 e nel 2009, in via del tutto eccezionale, gli ormai incanutiti ex Scherani, seppure in formazione incompleta, rallegrano quanti si sono raccolti a casa della Margherita Sani alla festa privata che colà si svolge tradizionalmente al principio dell’estate.
Il programma svolto nelle due occasioni è degno, per qualità e quantità, degli spettacoli di un tempo, almeno di quelli a media durata: 8 canzoni e 4 intermezzi nel 2007; 11 canzoni e 2 intermezzi nel 2009.
Alcuni avvenimenti degli ultimi anni fanno poi sperare che non si perderà la memoria di oltre 4 lustri di attività, se a qualcuno potrà mai interessare.
Nel luglio 2005 AS, con l’aiuto determinante della sua prole, realizza il primo cd nella storia di QLS?, grazie all’iniziativa inattesa dei famigliari che fanno riversare su cd alcune vecchie cassette presso una società di servizi esterna. Il tutto viene poi trasferito sul computer di casa e da lì di nuovo sul cd definitivo.
Vengono così inserite nella raccolta, denominata “Dove vive il totano”, 21 canzoni (20 originali più una cover) frutto del lavoro degli anni dal 1995 al 1998.
Nel dicembre 2010 sempre AS e figlio, a seguito dell’acquisto di un registratore in grado di riversare direttamente su cd vergine materiale da fonte sonora (da cassetta, vinile o altro cd) producono un secondo cd, che si intitola “Canzoni da Festival?”.
Qui si raccolgono altre 22 canzoni (21 originali più una cover) tratte dal periodo 1992 – 1994, con qualche residuo più recente: in pratica buona parte del contenuto del vecchio “Lon plein degli Scherani” con qualche aggiunta.
Ci si rende insomma autonomi, in grado di affrontare l’imponente opera di “salvare” la parte migliore della realizzazione musicale contenuta in una settantina di cassette.
A questo scopo si inizia il riascolto delle vecchie cose e si scava, progressivamente, a ritroso nel passato.


L’obiettivo ambizioso di catalogare tutta l’opera scheraniana prosegue tra i mesi di novembre 2010 e febbraio 2011 con la trascrizione su file del ponderoso materiale seguente:
- i testi di 188 canzoni, ovvero tutte quelle presentate negli spettacoli più molte altre contenute o meno nel famoso Elenco delle Canzoni;
- la schedatura degli 80 intermezzi eseguiti in pubblico;
- le scalette contenenti il programma dei 35 spettacoli pubblici e di 3 delle 4 esibizioni in privato, con notizie e aneddoti relativi ai singoli concerti;
- la storia di QLS?, con appendici.


Si è dunque di fatto realizzato il famoso “Libro degli Scherani” delle origini, che periodicamente, tra sorrisini di scherno, veniva evocato quale emblema delle cose che si sarebbero volute ma che, poi, col cavolo che si facevano, zio candela!
A questo punto, in attesa che gli avvenimenti procedano nel fausto corso intrapreso, non resta che commentare con le parole di uno dei nostri illustri protagonisti, che un doveroso riserbo ci vieta di nominare:

“Trattasi certamente di opera da tramandare ai postumi che ne porteranno le conseguenze ... ora posso crepare in pace.”

AS Febbraio 2011


Postilla postuma

Nel 2011, a sorpresa, su iniziativa di Valentina, figlia primogenita di DI (di lei restano agli atti gli interventi canori in due canzoni, “Ninna Nanna” e “Canzone per i Nuovi Nati”, nelle versioni inserite nel “Lon plein doppio degli Scherani”) viene realizzato un sito Internet dedicato a QLS?. Forma e contenuto sono ad uno stadio piuttosto embrionale, ma testimoniano la volontà di estendere ad un pubblico più vasto la conoscenza del mondo scherano.
Nel novembre 2011 il cd “Dove vive il totano” viene riprodotto nuovamente, con una veste grafica più raffinata.
Nello stesso mese viene raccolta in un apposito cd, denominato “Musica Totale Vol. 1”, la più antica produzione di musica totale, in tutto sette pezzi, quasi tutti appartenenti in origine alla mitica Bobina Nera.
Nel marzo 2012 viene realizzato il cd “Chez Louis avec lui”, contenente 11 brani realizzati tra il 1981 e il 1983 insieme a Luigi Maramotti.
Nel giugno 2013 vengono riversati su dvd i filmati di due spettacoli: “Voglia di Teneretza – Katzi Acidi” del 6 luglio 1984 al Buco del Signore e “Quei” del 3 aprile 1990 al Be Bop Intanto, dal 2010 riprende corpo lo spirito scherano con la nascita e la crescita di una formazione fortemente radicata nell'esperienza di QLS?.
Al nuovo gruppo, prima denominatosi “Rrurrurrururru” poi definitivamente “QLS!quelleesse” a sottolineare l'eredità ricevuta, partecipano AS, PS e MC; SV dà un'adesione solo virtuale, mentre DI e FD, pur declinando l'invito contribuiranno significativamente con una loro canzone. Completano la formazione musicisti “veri” o quasi: Claudio Franzoni alle tastiere, Aldo Gianolio alla batteria, Stefano Marossa al basso, Simone Valla al sassofono.
Nel 2013 le prime esibizioni pubbliche, a Cadelbosco e a Gualtieri, poi seguite nel maggio 2014 al Teatro S.Prospero di Reggio, verranno salutate dalla stampa e dal pubblico come una sorta di resurrezione di QLS?: anche se le scalette proposte attingono in misura marginale all'antica produzione scherana, è ben riconoscibile la matrice originaria, ora corroborata da una cornice musicale più ricca e raffinata.






Continua a leggere su PDF (QUI)